Mission: Impossible – Dead Reckoning

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Parte uno

di Valerio Brandi

Dopo aver fermato nuovamente Solomon Lane oltre agli Apostoli e John Lark, ad Ethan Hunt viene affidata una nuova missione. Stavolta deve indagare sulla scomparsa di una chiave divisa in due parti e in grado di controllare l’Entità, un’avanzata intelligenza artificiale capace di controllare il mondo intero. Una missione che parte anche questa volta in salita perché ci sono ancora diverse organizzazioni governative che continuano a non vedere di buon occhio lui e l’IMF, nonostante i quasi 30 anni al servizio per il bene dell’umanità. Di nuovo solo contro il mondo salvo i suoi compagni fidati di sempre, ce la farà anche stavolta?

Conoscete tutti quel detto, a volte ritornano… particolarmente adatto a questo film, perché Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno non vede solo il ritorno dopo 28 anni di Henry Czerny nei panni del direttore Eugene Kittridge, ma anche di Ethan Hunt a Roma.
L’agente segreto più veloce del mondo aveva già operato nella Città Eterna nell’ormai lontano 2006 per girare Mission: Impossible III, ancor oggi considerato da gran parte del pubblico e della critica come il miglior capitolo di tutta la saga: aveva dunque più di un motivo per tornare…
Bellissime le location, sfortunato il momento: la produzione è cominciata poco prima dell’avvento dalla pandemia di Covid-19, così un film che doveva uscire nel 2021 è arrivato al cinema con ben due anni di ritardo, ma per fortuna la qualità non ne ha risentito, e con il miglioramento della situazione il pubblico italiano ha potuto abbracciare Tom Cruise e gli altri protagonisti di questo nuovo, grande capitolo con calorosi eventi lungo la scalinata di Trinità dei Monti e all’Auditorium Conciliazione di Roma prima di vedere finalmente il lungometraggio in sala.

Restiamo ancora nella capitale italiana per cominciare ad analizzarlo, perché anche in questa occasione il duo Tom Cruise – Christopher McQuarrie ci ha regalato un qualcosa in più rispetto agli ultimi film d’azione automobilistici ambientati al suo interno: in più di un’occasione il protagonista per sfuggire a coloro che vogliono fermarlo andrà a tamponare altri veicoli ed edifici, non solo per via di alcuni vicoli troppo stretti del centro storico, ma anche per colpa dei parcheggiatori capitolini. Del resto, posteggiare in doppia fila o parcheggiare tanti veicoli uno dietro l’altro è un qualcosa che giustamente sbigottisce non solo gli Americani, ma soprattutto gli ancor più nobili Britannici, come Hayley Atwell, che in Mission: Impossible – Dead Reckoning interpreta Grace, un’abile ladra che derubando Ethan Hunt in persona si ritrova in una situazione pericolosa e molto più grande di lei.
Entrambi sono costretti a fuggire a bordo di una Fiat 500 gialla, un’altra scelta vincente da parte della produzione, perché questo modello d’automobile non è solo uno dei più grandi simboli dell’Italia nel mondo, ma allo stesso tempo ricorda molte avventure del Lupin III di Monkey Punch, e considerando che il personaggio di Grace è appunto una borseggiatrice finisce per rievocare il personaggio di Fujiko Mine, così come il caparbio agente Jasper Briggs interpretato da Shea Whigham che insegue Ethan Hunt per tutto il mondo è a tutti gli effetti l’ispettore Zenigata della situazione.

In quasi tre ore di pellicola c’è stato spazio per tanti altri nuovi personaggi oltre alla Atwell e a Whigham, in particolare per il misterioso Gabriel interpretato da Esai Morales. Questo nuovo e al momento principale villain umano della saga ha una presenza scenica incredibile, non solo per la sua grande somiglianza con George Clooney, ma anche per una caratterizzazione da antagonista davvero enigmatica ed implacabile. Dopo di lui (e quelli già citati) la new-entry di maggior rilievo è senza dubbio Cary Elwes, un attore iconico da diverse generazioni grazie ai suoi ruoli da protagonista in film indimenticabili come La storia fantastica e Robin Hood – Un uomo in calzamaglia.
Pom Klementieff nei panni di Paris ci regalerà un’interpretazione sorprendente (o perlomeno migliore rispetto a tutte le volte che ha impersonificato Mantis con i Marvel Studios), così come sarà bello rivedere alcuni nomi che hanno contribuito al successo di Top Gun: Maverick, come Greg Tarzan Davids e Charles Parnell.

Se abbiamo specificato che Gabriel è risultato il miglior villain umano è per il fatto che il vero nemico di questa storia è l’Entità, un’intelligenza artificiale.
Una scelta che non piacerà ad alcuni spettatori, soprattutto a coloro che sostengono ad alta voce ogni processo tecnologico pur di non apparire “boomer” agli occhi degli altri, ma come in Maverick Tom Cruise non sembra curarsi del pensiero di queste persone arroganti ed ipocrite: Mission Impossible 7 racconta senza troppi giri di parole che le intelligenze artificiali sono pericolose per la distinzione tra il vero e il falso, e nelle mani sbagliate possono diventare delle nuove armi di distruzione di massa. Situazioni come quella dell’Entità o della V.I.K.I. di Io, robot al momento non si sono ancora realizzate, ma al tempo stesso non sembrano più utopistiche, soprattutto in base alle recenti affermazioni di Geoffrey Hinton.

Insomma, in questo periodo in cui il mondo artistico è fortemente condizionato dal politicamente corretto Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno è uno di quei prodotti che ha deciso di non adeguarsi ad esso, e non solo perché non ha paura nel trattare argomenti considerati da alcuni retrogradi, ma anche per aver portato in scena una caratterizzazione equilibrata tra personaggi maschili e femminili: le donne sono forti ma al tempo stesso non vincono in ogni occasione e soprattutto non si salvano sempre da sole, e questo stesso discorso lo vediamo dunque applicato anche al genere opposto.

Chissà se la parte due sarà l’ultimo capitolo della saga, o ne vedremo altri nei prossimi 20 anni, come spera Tom Cruise, e anche molti spettatori come il sottoscritto: se la qualità rimane sempre questa, perché fermarsi?
Difficilmente guarderete l’orologio durante la visione di Dead Reckoning – Parte Uno perché le emozioni sembrano non finire mai, e merito di tutto questo va anche al doppiaggio italiano, che almeno per quel che riguarda le scelte sui personaggi principali è anche in questa occasione di grande livello.
Abbiamo ancora una volta il leggendario Roberto Chevalier che al pari di Tom Cruise sembra non invecchiare mai… e sono tornati sui loro vecchi personaggi non solo Gaia Bolognesi (Ilsa Faust), Massimiliano Manfredi (Benji Dunn), Alessandro Rossi (Luther Stickell), Valentina Favazza (Vedova Bianca) e Gabriele Sabatini (Zola), ma soprattutto Antonio Sanna che è di nuovo su Kittridge come nel 1996. Al pari di loro, le nuove voci professioniste di lunga data non hanno deluso, come Ilaria Latini (del resto è da tempo la doppiatrice principale di Hayley Atwell), Pierluigi Astore (Gabriel), Alessandro Campaiola (Degas), Massimo De Ambrosis (Denlinger) e due grandi conferme in una squadra diretta da Carlo Cosolo, ossia Gianluca Iacono (Briggs) e Riccardo Lombardo (Comandante del sottomarino) presenti con lui anche nel recente Transformers – Il risveglio.

Con la speranza che non ci siano ritardi nella distribuzione del secondo capitolo per via dello sciopero degli sceneggiatori, non ci resta che andare a vedere e rivedere al cinema Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno a partire da domani, mercoledì 12 luglio 2023, grazie alla distribuzione italiana di Eagle Pictures.

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