Take a Chance: “Quindi dai una possibilità all’amore?”

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Intervista alla cantante Zerra

di Sharon Petrongari

Serena Fatini ha 23 anni e viene da Roma, è una studentessa di ingegneria Aeronautica con una grande passione per la musica, in particolar modo per il canto. Ha inciso da poco la canzone “Take a Chance” uscita l’11 maggio su Spotify e il 14 è uscito il suo videoclip. Abbiamo incontrato Serena, o meglio “Zerra” (questo il suo nome artistico) e le abbiamo posto qualche domanda:

Come ti sei avvicinata alla musica e come hai scoperto questa tua passione?

Ho sempre avuto una forte passione nello scrivere canzoni, ma fino ad ora non avevo mai trovato il coraggio di pubblicarne nemmeno una. Mi sono avvicinata alla musica all’età di 16 anni e per puro caso, perché non ero neanche intenzionata a farlo. Un giorno stavo tornando dagli allenamenti di atletica e ho trovato per terra un volantino di una scuola di canto e essendo vicino casa ho deciso di andarci senza troppe pretese…

Quindi ti sei avvicinata per caso alla musica, ma avevi già suonato? Come ti sei trovata in questa scuola?

Si, avevo già preso lezioni di chitarra da piccola, ma di cantare non mi era proprio passato per la mente. Così dopo la prima lezione ho continuato a frequentare questa scuola perché mi ha trasmesso fin da subito una grinta e una gioia inspiegabili. Da lì ho capito che quella probabilmente sarebbe stata la mia strada.

Quando nasce la tua canzone e come sei arrivata a scriverla?

Questa canzone “Take a Chanche” nasce ben 6 anni fa e ricordo esattamente il momento preciso in cui trovai il giro di accordi ,seduta sul mio letto in lacrime e dissi: “Sono questi, mi piace”. Le parole improvvisamente vennero da sé, tant’è che fino ad oggi non ho mai scritto su carta il testo della canzone, per quanto l’ho sempre sentita mia e dentro di me.

E’ una canzone molto profonda, è dedicata ad una persona in particolare?

Sì, è dedicata ed inspirata a una persona del mio passato, che mi ha fatto dannare l’anima per molti anni e che probabilmente non ne sa nemmeno l’esistenza. Ormai è passato tanto tempo, però ricordo quel dolore e quelle sensazioni come se fosse ieri, per un amore a cui non è stata data nemmeno l’opportunità di evolversi e che rimarrà per me sempre un grande punto interrogativo su quel che poteva essere…

C’è un messaggio che vuoi trasmettere a chi ascolterà questo brano?

Il messaggio che voglio trasmettere è esattamente quello che ho appreso anche io: il saper reagire con il sorriso anche alle problematiche che ci mette davanti la vita. Magari dentro siamo a pezzi e tutto va male, ma comunque fuori il sole continua a splendere, perciò non ha senso continuare a dannarsi per una singola cosa che non va, quando ce ne sono almeno un altro milione che potrebbero funzionare davvero e farci stare finalmente bene.

Quindi hai chiuso definitivamente con il tuo passato?

Sono dell’idea che comunque dentro di me, come d’altronde dentro ognuno di noi, so e sappiamo che, nonostante tutto, una porta aperta ci sarà sempre riguardo alle situazioni che ci hanno fatto soffrire in passato: è inutile negarlo!

Serena, un bel nome, ma in ambito artistico noi ti conosciamo come “Zerra”. Quando e dove nasce questo soprannome?

Il mio nome d’arte nasce alle scuole medie, da una fusione di soprannomi e da quel momento non me ne sono più separata. Mi piace perché è un nome forte, che già solo da come viene pronunciato rimane impresso, ed è proprio quello che volevo e voglio io, rimanere impressa nella testa di chi mi ascolta. Far provare dei forti sentimenti in chi mi sente cantare e in questo penso che incida molto anche il nome con cui si viene identificati.

Come ha inciso l’Accademia “Why Not?” nella tua crescita?

Inizio con il dire che non ho mai avuto del tutto fiducia in me, ma per fortuna gli altri hanno sempre creduto nel mio talento. L’accademia, e in particolare David il mio insegnante di canto, sono stati per me fondamentali nel mio percorso. Mi ero allontanata per qualche anno, ma nel momento in cui sono tornata non sono più riuscita a separarmene. Si respira aria di casa e non solo perché è un posto accogliente, ma perché le persone che la frequentano sono speciali ed hanno tanto da trasmettere. Questa accademia è la mia casa e non c’è modo migliore di questo per descriverla.

Quindi se ho ben capito c’è una persona in particolare di questa Accademia che vorresti ringraziare?

Si, vorrei dire che David è riuscito a convincermi a tirar fuori quello che ho dentro e che ho tenuto nascosto per tanti anni in un cassetto, riuscendo a farmi incidere e pubblicare la mia prima canzone. In particolar modo è grazie a lui se sono arrivata qui e se oggi posso finalmente far sapere al mondo chi sono e cosa provo. Penso che non lo ringrazierò mai abbastanza per essermi stato così vicino, molto più di un semplice insegnante!

Ci saranno nuove canzoni o album in futuro?

Sono previste nuove uscite di brani anche in italiano e molto diversi da questa che sta uscendo. Personalmente sto cercando la mia identità artistica e in questa fase inziale mi sento di voler sperimentare qualsiasi genere che mi viene in mente, per riuscire a trovare definitivamente la mia strada.

Intervista alla cantante Zerra

Serena Fatini ha 23 anni e viene da Roma, è una studentessa di ingegneria Aeronautica con una grande passione per la musica, in particolar modo per il canto. Ha inciso da poco la canzone “Take a Chance” uscita l’11 maggio su Spotify e il 14 è uscito il suo videoclip. Abbiamo incontrato Serena, o meglio “Zerra” (questo il suo nome artistico) e le abbiamo posto qualche domanda:

Come ti sei avvicinata alla musica e come hai scoperto questa tua passione?

Ho sempre avuto una forte passione nello scrivere canzoni, ma fino ad ora non avevo mai trovato il coraggio di pubblicarne nemmeno una. Mi sono avvicinata alla musica all’età di 16 anni e per puro caso, perché non ero neanche intenzionata a farlo. Un giorno stavo tornando dagli allenamenti di atletica e ho trovato per terra un volantino di una scuola di canto e essendo vicino casa ho deciso di andarci senza troppe pretese…

Quindi ti sei avvicinata per caso alla musica, ma avevi già suonato? Come ti sei trovata in questa scuola?

Si, avevo già preso lezioni di chitarra da piccola, ma di cantare non mi era proprio passato per la mente. Così dopo la prima lezione ho continuato a frequentare questa scuola perché mi ha trasmesso fin da subito una grinta e una gioia inspiegabili. Da lì ho capito che quella probabilmente sarebbe stata la mia strada.

Quando nasce la tua canzone e come sei arrivata a scriverla?

Questa canzone “Take a Chanche” nasce ben 6 anni fa e ricordo esattamente il momento preciso in cui trovai il giro di accordi ,seduta sul mio letto in lacrime e dissi: “Sono questi, mi piace”. Le parole improvvisamente vennero da sé, tant’è che fino ad oggi non ho mai scritto su carta il testo della canzone, per quanto l’ho sempre sentita mia e dentro di me.

E’ una canzone molto profonda, è dedicata ad una persona in particolare?

Sì, è dedicata ed inspirata a una persona del mio passato, che mi ha fatto dannare l’anima per molti anni e che probabilmente non ne sa nemmeno l’esistenza. Ormai è passato tanto tempo, però ricordo quel dolore e quelle sensazioni come se fosse ieri, per un amore a cui non è stata data nemmeno l’opportunità di evolversi e che rimarrà per me sempre un grande punto interrogativo su quel che poteva essere…

C’è un messaggio che vuoi trasmettere a chi ascolterà questo brano?

Il messaggio che voglio trasmettere è esattamente quello che ho appreso anche io: il saper reagire con il sorriso anche alle problematiche che ci mette davanti la vita. Magari dentro siamo a pezzi e tutto va male, ma comunque fuori il sole continua a splendere, perciò non ha senso continuare a dannarsi per una singola cosa che non va, quando ce ne sono almeno un altro milione che potrebbero funzionare davvero e farci stare finalmente bene.

Quindi hai chiuso definitivamente con il tuo passato?

Sono dell’idea che comunque dentro di me, come d’altronde dentro ognuno di noi, so e sappiamo che, nonostante tutto, una porta aperta ci sarà sempre riguardo alle situazioni che ci hanno fatto soffrire in passato: è inutile negarlo!

Serena, un bel nome, ma in ambito artistico noi ti conosciamo come “Zerra”. Quando e dove nasce questo soprannome?

Il mio nome d’arte nasce alle scuole medie, da una fusione di soprannomi e da quel momento non me ne sono più separata. Mi piace perché è un nome forte, che già solo da come viene pronunciato rimane impresso, ed è proprio quello che volevo e voglio io, rimanere impressa nella testa di chi mi ascolta. Far provare dei forti sentimenti in chi mi sente cantare e in questo penso che incida molto anche il nome con cui si viene identificati.

Come ha inciso l’Accademia “Why Not?” nella tua crescita?

Inizio con il dire che non ho mai avuto del tutto fiducia in me, ma per fortuna gli altri hanno sempre creduto nel mio talento. L’accademia, e in particolare David il mio insegnante di canto, sono stati per me fondamentali nel mio percorso. Mi ero allontanata per qualche anno, ma nel momento in cui sono tornata non sono più riuscita a separarmene. Si respira aria di casa e non solo perché è un posto accogliente, ma perché le persone che la frequentano sono speciali ed hanno tanto da trasmettere. Questa accademia è la mia casa e non c’è modo migliore di questo per descriverla.

Quindi se ho ben capito c’è una persona in particolare di questa Accademia che vorresti ringraziare?

Si, vorrei dire che David è riuscito a convincermi a tirar fuori quello che ho dentro e che ho tenuto nascosto per tanti anni in un cassetto, riuscendo a farmi incidere e pubblicare la mia prima canzone. In particolar modo è grazie a lui se sono arrivata qui e se oggi posso finalmente far sapere al mondo chi sono e cosa provo. Penso che non lo ringrazierò mai abbastanza per essermi stato così vicino, molto più di un semplice insegnante!

Ci saranno nuove canzoni o album in futuro?

Sono previste nuove uscite di brani anche in italiano e molto diversi da questa che sta uscendo. Personalmente sto cercando la mia identità artistica e in questa fase iniziale mi sento di voler sperimentare qualsiasi genere che mi viene in mente, per riuscire a trovare definitivamente la mia strada.

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