Air

postato in: CINEMA, News Cinema | 0

La storia del grande salto

di Valerio Brandi

Siamo nel 1984, e in quel periodo la Nike è un’azienda che va a gonfie vele per quel che riguarda la vendita delle scarpe da corsa, mentre la sezione di quelle da basket è sull’orlo del fallimento. La concorrenza di Adidas e Converse purtroppo è fortissima, anche perché i primi possono vantare tra le loro fila stelle gigantesche come Magic Johnson e Larry Bird.
C’è bisogno di una svolta, così il presidente Phil Knight (Ben Affleck) assegna allo scopritore di talenti Sonny Vaccaro (Matt Damon) il compito di ingaggiare tre nuovi atleti giovani e promettenti.
Sonny, da bravo soldatino, comincia a darsi da fare, ma tutto cambia quando vede in azione un giovane gigante di New York: Michael Jordan.
Anche per Adidas e Converse Jordan è già un futuro fuoriclasse, ma Sonny ci vede qualcosa in più: l’uomo in grado di battere tutti i record, di diventare il più grande giocatore di pallacanestro della storia.
E allora per tentare di ingaggiarlo bisogna tentare in tutti i modi: usare tutto il budget a disposizione solo per lui, scavalcare l’agente rivolgendosi prima alla famiglia Jordan, creare la scarpa perfetta, e anche qualche compromesso in più… Riuscirà Sonny con il suo team a compiere il più grande salto della storia del basket?

Diretto da Ben Affleck, che oltre a mantenere nell’ultimo periodo una buona continuità da attore dopo tutti i suoi problemi personali, torna dunque anche dietro la macchina da presa, sei anni dopo l’ultima direzione, “La Legge della Notte”.
Il risultato è molto buono, perché “Air – Il grande salto” non solo è un continuo e riuscito omaggio alla cultura pop degli anni ’80, una mucca molto munta negli ultimi anni, ma che a quanto pare ha ancora latte a sua disposizione, ma è appunto un interessante racconto della vera trattativa che ha portato a un accordo che non solo ha consacrato definitivamente Michael Jordan come il più grande cestita ad oggi conosciuto, ma che ha rivoluzionato il marketing e i contratti degli atleti di questo sport.

Una scarpa è solo una scarpa fino a quando mio figlio non la indossa

Questa frase detta da Viola Davis, qui interprete di Deloris Jordan, la madre di Michael, è la perfetta sintesi di un altro momento focale della pellicola, ossia la nascita delle Air Jordan, una linea di scarpe che tutt’oggi continua ad incassare miliardi, per il semplice fatto che è un brand creato appositamente intorno al grande campione.
Del resto, per citare Damon Wayans in un celebre episodio di “Tutto in famiglia” (My wife and kids) in cui conosceva proprio l’ex stella dei Chicago Bulls, “Tutti vorrebbero essere Michael“. Come anche Calvin del resto, quel bambino che diventò un campioncino di pallacanestro nel film Like Mike – Il sogno di Calvin.
Tutto questo per ricordare quanto Michael Jordan abbia ispirato e continua ancor oggi ad ispirare tanti aspetti della vita di miliardi di persone, come la cinematografia.
Il suo nome è semplicemente leggenda, per questo in Air – La storia del grande salto non c’è bisogno di sentirlo parlare, se non in pochi secondi sul finale, perché ciò che è successo dopo quella firma lo sappiamo benissimo, e Ben Affleck ha deciso di basarsi sugli altri protagonisti di questa vicenda.

Tutto funziona molto bene in Air – La storia del grande salto tranne forse per un particolare: in diversi momenti vi è una ironia abbastanza demenziale, che ricorda molto quella già vista in film come “Una notte da leoni” o “Come ammazzare il capo e vivere felici“, non apprezzabile da tutti gli spettatori, e che sembra stonare un po’ con l’importanza della vicenda. Ma usiamo appunto il condizionale perché magari quelle persone si sono davvero comportate così nella storia vera: alle interviste future, e alle reazioni dei veri protagonisti, l’ardua sentenza.

Air – La Storia del Grande Salto è al cinema in Italia dallo scorso 6 aprile 2023 per la distribuzione di Warner Bros. Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *