INTERVISTA A YARI BRUGNONI

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Co-founder di “Not Just Analytics”

di Michela Flammini

L’Argomento più gettonato degli ultimi anni?!? “Come crescere su Instagram”, ovviamente!

E noi che vogliamo dare risposte a tutte le vostre domande e richieste, siamo andati ad intervistare nientedimeno che il co-fondatore di “Not Just Analytics” (insieme ad Andrea Barbieri), uno dei maggiori esperti italiani e al mondo di Instagram: Yari Brugnoni.

Classe 1991 è un giovane imprenditore, che si è fatto strada nel mondo del Digital Marketing in pochi anni, ma con tanto lavoro e costanza, fino ad arrivare oggi a poter vantare una grande community legata a Not Just Analytics ed un libro, uscito a settembre 2021, che è già diventato un best seller Amazon: “Not Just Analytics: Instagram come non te lo hanno mai raccontato”…

E noi ce lo siamo fatto raccontare proprio da lui in persona, durante una simpatica ed interessantissima chiacchierata, anche perché, lo ammettiamo, anche noi eravamo curiosi di sapere la tanto agognata risposta, ed ecco cosa ci ha detto su Not Just Analytics, su Instagram, ecc…:

Not Just Analytics: come nasce questo magnifico progetto?

Era l’Aprile del 2018, e c’era appena stato lo scandalo “Cambridge Analytica”: Zuckerberg era stato chiamato al Congresso americano per la gestione dei dati personali degli utenti da parte di Facebook che sarebbero stati utilizzati da alcune società (appunto Cambridge Analytica) per manipolare l’opinione pubblica in occasione delle votazioni. Facebook di conseguenza, da un giorno all’altro tolse l’accesso ai dati delle persone, che le aziende potevano prendere da Facebook e quindi tutte quelle aziende che utilizzavano quei dati hanno letteralmente smesso di funzionare e tutti i social manager e le agenzie, che facevano monitoraggio e reportistica per i propri clienti, si sono ritrovati senza tali strumenti. Io all’epoca ero tra quei Social Media Manager, collaboravo con Andrea (co-fondatore di Not Just Analytics) e anche io utilizzavo questi strumenti, per un’app che avevamo creato per viaggiatori “Eupolia”. Quindi mi sono trovato ad Aprile senza dati per elaborare i report dei clienti, tuttavia avevamo comunque le competenze per estrapolare quei dati ed ho proposto ad Andrea di farci “in casa” un tool per ottenere quei dati: il 21 aprile abbiamo pubblicato il sito Internet di “Not Just Analytics”. E da lì poi è stata tutta un questione di crescita organica: abbiamo utilizzato una serie di stratagemmi (che sono raccontati anche nel libro) per indurre il passaparola negli utenti e abbiamo contattato persone che conoscevamo, nel nostro settore, dicendogli che se avevano problemi per il tracciamento dei dati esisteva questo tool gratuito da poter utilizzare. Poi abbiamo mostrato il tool agli amministratori di alcuni gruppi Facebook del settore, che non vedevano l’ora di poter dare una buona notizia alle loro community (specialmente gratuita!). Così poi è esploso tutto: le persone hanno iniziato a pubblicare i propri screenshot delle analisi di Not Just Analytics e a pubblicare video su YouTube, poi a Novembre è stato fatto un ulteriore passo in avanti che ha accelerato tutto il processo, con l’inserimento della funzione “follow e unfollow”.

Quei risultati ci hanno indotto a lasciare i nostri lavori dell’epoca per aprire l’azienda a gennaio 2019 e a concentrarci interamente sul progetto di Not Just Analytics.

Il “follow/unfollow” è secondo te davvero così negativo?

In realtà se fatto in maniera intelligente, potrebbe anche portare a dei buoni risultati, ma solitamente le persone hanno come obiettivo primario quello di crescere e quindi sparano nel mucchio pur di far crescere quel numero e visto che per farlo all’epoca si utilizzavano dei bot, voleva dire essere penalizzati molto da Instagram.

Quanti profili con migliaia di follower sono dei veri influencer?

Un profilo che in apparenza può sembrare ottimo, poi analizzato da dentro può essere di poco valore, a livello di persone raggiunte, di visualizzazioni ecc. e quindi poi non riesce di fatto a vendere i propri prodotti o quelli che propone in collaborazione: sono quei profili che su Not Just Analytics hanno un “Engagement rate” molto basso, rasente lo zero percento.

Nonostante ciò, molti attraverso i “reel” continuano a crescere…

Instagram sta pubblicizzando il formato dei reel non solo a parole, ma anche con i fatti, con aggiornamenti, nuove funzioni ecc. e questo formato permette di raggiungere persone nuove.

Per cui anche un profilo che ha dei follower acquistati, può in qualche modo “recuperare”, arrivando tramite i reel a persone nuove e reali, per cui il profilo si può “salvare”. Però attenzione, c’è sempre il lato negativo: se si utilizza sempre il formato dei reel, appena si utilizza un formato diverso (facendo un carosello, un post singolo, ecc.) non si raggiungono le stesse visualizzazioni, perché l’algoritmo non li fa arrivare alle stesse persone…

Quando un profilo acquista follower fake o qualcuno li acquista come “attacco”, per Instagram quelli non esistono e continua a far arrivare i contenuti alle sole persone reali che si avevano prima dell’arrivo dei follower finti, se poi la cosa viene reiterata, Instagram assegna un “flag” di allerta al profilo, che potrà essere quindi penalizzato in vario modo…

Il tuo libro si intitola “Instagram come non ve lo hanno mai raccontato”: esiste un “grande segreto” di Instagram?

Beh, possiamo dire che esistono 3 fattori: un triangolo che racchiude “tempo” “denaro” e “competenze” e se ne devono scegliere necessariamente almeno due: cioè nel momento in cui si è in carenza di tempo e si vuole andare più veloce, bisogna avere budget da investire; se si ha il tempo, ma non le competenze, si deve investire il budget.  Il budget va a compensare l’una o l’altra e a velocizzare tutti i processi e per esso si possono intendere varie forme: può essere investito in ADV su Instagram, oppure in una campagna di Influencer Marketing, oppure in Collaborazioni con altri Creator, o ancora in PR (articoli, ecc) o in un growth hacker.

Se invece non si ha un budget a disposizione, ma si ha tempo un modo per crescere velocemente è fare delle collaborazioni con dei profili in target, che hanno lo stesso numero di follower (o poco di più), oppure si può sfruttare il tempo per realizzare contenuti video, ecc.

Se insieme al tempo si hanno le competenze, a quel punto entra in gioco la creatività e il saper riconoscere le necessità del proprio pubblico (le loro paure, i loro desideri) e andare a lavorare su quelle, utilizzando la comunicazione giusta. “Avere competenza” non vuol dire necessariamente riuscire a comunicare nel modo giusto: i social hanno questa peculiarità, che vince chi comunica meglio e questo a volte è un vantaggio a volte meno: “vantaggio” perché lo può fare chiunque, “svantaggio” perché non sempre chi riesce a cogliere queste opportunità ha competenza, ma semplicemente “comunica meglio”, quindi in definitiva vince chi sa comunicare, a prescindere dalle competenze che può avere.

C’è un modo per crescere rapidamente?

Come accennavo prima, un modo oggi per crescere velocemente è trovare una chiave giusta con i reel: un esempio eclatante è Norma (di “Norma’s teaching”), ma ci sono anche profili che hanno costruito una buona fanbase in maniera organica, sfruttando i reel: per fare ciò però bisogna avere tempo di creare contenuti, capire quale è il linguaggio vincente che piace alle persone, quale è il format migliore, essere costanti e farne davvero tanti….

Quanti reel consigli: giornalieri…settimanali…?

Fatti bene potrebbero bastare anche 2/3 a settimana, e con “fatti bene” non intendo metterci 4 ore a registrarlo e editarlo, ma che il messaggio sia rilevante per il pubblico a cui ci si rivolge.

Ad esempio il profilo “Sii come Bill” con quel personaggio (Bill) disegnato come fanno i bambini (testa, corpo, braccia, gambe) e di fianco un testo che dice: “Sii come Bill: non fare questo… fai questo….”. Ovviamente una volta inventato il format, poi a creare il nuovo post non ci vuole tantissimo tempo!

Esistono invece delle tempistiche per crescere: mesi…anni…?

Non esistono tempistiche precise: penso che chi riesce a crescere molto, in poco tempo, è perché non aveva come scopo principale quello di crescere, o diventare famoso, ma solo di fare bei contenuti: se ci si concentra a fare dei contenuti buoni, poi il resto viene di conseguenza…

Il futuro di Not Just Analytics, anche alla luce delle nuove normative sulla privacy…?

Questa è una problematica che riguarda le sponsorizzate di Facebook, ma non la piattaforma di Not Just Analytics perché noi per la privacy utilizziamo i dati forniti direttamente da Instagram, il che a volte è anche negativo, perché dobbiamo aspettare che loro rilascino gli aggiornamenti dei permessi, per avere i dati delle novità: ad esempio i reel sono usciti ormai da quasi 2 anni e noi ancora non abbiamo le autorizzazioni per analizzarne i dati business, perché Instagram non ha ancora rilasciato i permessi, eppure è un’informazione che i clienti ci chiedono molto spesso…

Novità sulla piattaforma Not Just Analytics: cosa c’è nella parte gratuita e cosa in quella in abbonamento?

Nella parte gratuita ci sono le informazioni di base, mentre in quella in abbonamento ci sono tutte le informazioni su come migliorare il proprio profilo o quello dei propri clienti: non c’è solo una fotografia dei dati (come nella parte gratuita, della crescita, dei like, dell’Engagement Rate), ma noi prendiamo i dati business degli account che non si vedono (interazioni, impression, click sul link, view delle stories), li rimescoliamo, li combiniamo a volte tra loro, per poi trarne dei grafici, ma soprattutto delle informazioni e dei consigli, che aiutano le persone a dare un senso e un significato al dato che stanno leggendo (ad esempio “in base a questo dato ti consigliamo di pubblicare questo tipo di contenuto, piuttosto che un altro….”).

Cerchiamo dunque di non dare semplicemente un dato “freddo”, ma cerchiamo di combinarlo con le competenze di un Social Media Manager e ragioniamo su come un professionista utilizzerebbe appunto questo dato, che significato gli darebbe e che azione prenderebbe dopo aver visto quest’informazione… Il risultato è il vero significato di “Not Just Analytics”: non è solo report di dati, ma è anche non lasciare gli utenti da soli nell’interpretarli e fornire loro dei consigli su come utilizzare tali informazioni.

Dove si formano i vostri collaboratori, anche voi tenete dei corsi…?

Io ho realizzato un corso per la piattaforma “Learnn” che è attualmente online, ma quest’anno abbiamo in programma di creare dei contenuti video formativi interamente nostri, all’interno della piattaforma di Not Just Analytics. Come relatori partecipiamo spesso anche a lezioni universitarie, master, piuttosto che eventi verticali sui digital, ecc. per quanto riguarda la formazione esterna.

Per la nostra formazione interna abbiamo imparato e continuiamo ad imparare soprattutto con l’esperienza sul campo: la formazione più grande è parlare con le persone, con la community… Io personalmente leggo anche molti libri di marketing, ma non di “digital marketing”, più generali (storytelling ecc), perché magari leggendo cosa fanno aziende di settori diversi, mi vengono magari delle idee da applicare nel digital marketing. I concetti sono gli stessi: l’abilità sta nella persona poi ad utilizzare una struttura di un altro settore al proprio settore di interesse, riutilizzando e riadattando in maniera creativa ciò che funziona in altri settori, perché se funzionano lì, se riadattate bene, funzioneranno anche nel nostro settore.

Come riesci a coniugare la vita privata a quella lavorativa, che è molto movimentata?

Non è sempre facile equilibrare vita lavorativa e vita personale, anche perché fino a poco tempo fa eravamo soltanto noi due in azienda: quest’anno ci stiamo allargando e abbiamo preso delle persone che collaborano con noi, e questo ci da un po’ di respiro…

La mia vita personale ne ha risentito molto in questi anni perché magari mi capita spesso di stare in ufficio fino alle 9 di sera, andare a casa, mangiare e tornare di nuovo in ufficio a finire dei lavori, per cui non lo auguro a nessuno! Poi devo dire che a livello di relazione il fatto che la mia ragazza faccia dei lavori che la portano spesso fuori dall’Italia per lunghi periodi, ha giocato a mio favore, perché non mi poteva rimproverare di non essere presente!

Adesso sto cercando di riequilibrare un po’ la sfera privata e di ritagliarmi un po’ di spazi per me, ma credo che funzioni comunque così: perché se vuoi realizzare qualcosa e sei un libero professionista o hai la tua azienda, se le cose non le fai tu, nessuno le farà per te, per cui ti devi mettere l’anima in pace e lavorare. Per questo la motivazione deve essere molto forte: altrimenti si rischia di abbandonare alle prime difficoltà, pensando “ma chi me lo fa fare?!?”… il tuo sogno te lo fa fare, quella è la tua motivazione! In più ci vuole tanta costanza: se non si è costanti, è normale che i risultati non arrivino e soprattutto credo che le persone che riescono ad ottenere qualcosa (che non è necessariamente qualcosa di immenso) ma anche un qualcosa di proprio, di personale, di diverso dagli altri, è perché è disposto a fare qualcosa che gli altri non farebbero mai: ad esempio sei disposto a stare 3 anni senza uscire con gli amici, fare vacanze, ecc.? Se sei disposto a farlo è molto probabile che riuscirai ad ottenere quello che desideri, se non sei disposto a farlo o i tempi si allungano (se ti va bene), oppure non ce la farai a realizzare il tuo progetto…

Ti fermi mai per “staccare il cervello”, anche per renderlo più creativo?

Si: è importante ogni tanto fermarsi per celebrare i propri successi e i propri obiettivi raggiunti, perché se si lavora e basta, con ritmi molto elevati e non ci si ferma neanche per ringraziarci o complimentarci con noi stessi per aver raggiunto qualcosa (bastano gesti piccoli, anche stappare una bottiglia di prosecco…) e anche con il proprio team, non ha senso lavorare tanto!

L’altra cosa importante è prendersi dei momenti di pausa perché (almeno per me è così) le idee migliori vengono quando stiamo senza far nulla: quando ci annoiamo il cervello rimane attivo e vuole comunque fare qualcosa perché è abituato a lavorare e a gestire sempre dati, problemi, ecc, e nel momento in cui si annoia non concepisce il fatto che non deve far niente e se non ha preoccupazioni a cui dedicarsi (come rispondere a mail, risolvere problemi di lavoro, ecc.) andrà a trovare intorno a sé qualcosa da elaborare ed è li che nascono le idee creative, i “colpi di fulmine”, non amorosi, ma creativi…

“C’è sempre un’opportunità dietro l’angolo insomma…” come ami ripetere spesso, vero?

Si, questo fa parte del mio atteggiamento positivo, nel senso che una volta che qualcosa è successo non lo si può più cambiare e quindi non mi sembra intelligente andare a rovinare e peggiorare le ore successive: la cosa migliore che posso fare in quelle situazioni è dire “Ok, ormai è successa questa cosa, ma il futuro deve ancora arrivare, quindi cosa posso fare per andare avanti, senza rovinare ulteriormente un’altra porzione di tempo? Trova un aspetto positivo di quello che è appena successo!”, per cui cerco sempre di trovare qualcosa di positivo anche nelle cose negative, per imparare e far si che quell’avvenimento negativo non vada a rovinare tutto il resto…

Ad esempio sotto i post, quando si ricevono 100 commenti di cui 2 negativi (quindi è il 2%), le persone si dedicano sempre a rispondere a quelle 2 e magari gli condiziona anche l’umore, mentre alle altre 98 non prestano attenzione: danno più peso al 2% che al 98%. Mentre dovrebbero fare il contrario: dare priorità ai commenti positivi, e solo dopo aver dedicato il proprio tempo alla community, poi possono passare ai commenti negativi, se ha senso rispondere, perché se sono commenti insensati si possono eliminare oppure lasciarli li e basta, andando avanti… perché nel momento in cui allarghiamo il nostro pubblico sui social ci sarà sempre matematicamente almeno 1 persona che sarà in disaccordo, è da mettere in conto!

Grazie Yari, noi invece siamo assolutamente d’accordo con tutto quello che ci hai detto e ci auguriamo di poter organizzare presto una diretta con te, dove ci racconterai tutte le ulteriori novità di “Not Just Analytics”…

Intanto consigliamo ai nostri lettori e tuoi fan di leggere il tuo libro “Instagram come non te lo hanno mai raccontato” perché ci sono davvero tantissimi spunti pratici da utilizzare sui social, veramente un manuale ben fatto: si vede che è opera di chi sta dietro le quinte e lavora ogni giorno sui dati e sulle statistiche, senza inventare chissà quale “fantomatico” sistema o metodo per far crescere “magicamente” i follower!…

Grazie a voi della chiacchierata! A presto allora, certo!

Se vuoi approfondire trovi:

Piattaforma di Not Just Analytics:

Instagram: @notjustanalytics

Facebook: Not Just Analytics

Yari sui suoi social:

Instagram: @yari.brugnoni

Facebook: Yari Brugnoni

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