PARLIAMO DI OMOFOBIA

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Verso il Decreto Zan

di Michela Flammini

Fin da piccola sono sempre stata di ampissime vedute verso tutto e tutti: non mi ha mai creato problemi la “preferenza sessuale” di amici e conoscenti, non mi sono mai posta il problema.

L’unica mia domanda o cruccio è stata sempre per l’idea di famiglia: come facessero gli omosessuali a livello biologico ad astenersi ad avere figli (viste le leggi dell’epoca),che secondo me non solo è un diritto ma è la cosa più bella del mondo, sia per un uomo che per una donna e per chiunque, ma fortunatamente oggi, grazie alle adozioni e ai nuovi metodi di concepimento, che si vanno via via legalizzando nei vari paesi del mondo, questo unico cruccio si va fortunatamente dispiegando…

In realtà all”inizio, con le prime coppie omosessuali che hanno potuto adottare ci sono state le prime problematiche per i bambini, che dovevano spiegare ai propri compagni di scuola di avere due mamme o due papà, ma finalmente ora che questo è sempre più frequente il “disagio” iniziale è stato oramai largamente colmato.

A 30 anni dalla decisione dell’OMS di eliminare l’omosessualità dalle malattie mentali, il 17 maggio, la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, acquista sicuramente un significato ancora più importante, visto il decreto ZAN in discussione al Parlamento: per molti un passo avanti enorme, per i più conservatori una sorta di censura, per alcuni addirittura una “categorizzazione” e quindi “intolleranza ulteriore” proprio nei confronti di chi la legge dovrebbe tutelare…

Sicuramente, come tutte le leggi, vanno interpretate e applicate al meglio, altrimenti prendendo alla lettera il nostro sistema legislativo, troppe sarebbero le incongruenze e le letture soggettive delle leggi, però ciò che è certo è che tutto quello che è violenza, discriminazione, a parole, a gesti o a comportamenti, nel 2020 debba essere necessariamente superato e anche al più presto! Questo ce lo auguriamo vivamente.


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