LAVINIA FIORANI

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“LA ROMANTICA”: LA VOCE DI ROMA ANTICA NEL
SILENZIO DI QUESTI GIORNI

di Michela Flammini

Lavinia Fiorani è una cantante, romana DOC, che porta gli stornelli e le canzoni tradizionali romanesche in giro per l’Italia, con spettacoli suoi davvero entusiasmanti…
L’abbiamo vista, recentemente in TV, come una dei giudici di “All Together Now”, visto che oltre ad essere cantante è anche una bravissima Vocal Coach.
In questo periodo di lockdown l’abbiamo intervistata, anche per rallegrare un po’ voi lettori, con la sua sempre incontenibile allegria e vitalità…

Lavinia, è da poco passato il “Natale di Roma”, data molto importante per te, non solo perché sei in arte “la RomAntica”, ma perché per la terza volta avresti dovuto cantare sul palco del Circo Massimo. Come stai vivendo questa situazione?
Il “Natale di Roma”, oltre ad essere, negli ultimi anni, una grande opportunità per cantare su un palco prestigioso, (questo sarebbe stato il terzo anno consecutivo), è sentirsi parte attiva della città, sentirsi figlia di Roma all’ennesima potenza…
Il “Natale di Roma” è una manifestazione organizzata da anni dal Gruppo Storico Romano: in quel giorno si omaggia Roma, le sue tradizioni, la sua lingua, le sue arti, i suoi costumi, la sua storia con i suoi nomi… E c’è così tanto da dire e da fare, che non basta mai un giorno solo! Il “Natale di Roma” é quel giorno dove ognuno di noi, romano o non, parte attiva o spettatore, ha la possibilità di conoscere “Mamma Roma” e di potersene innamorare completamente… Mi è mancato questo: l’energia che si respira e si vive in quei giorni!

Ma torniamo al tuo nome e progetto: la “Romantica” o la “Roma Antica”?
Dico sempre: “Metti l’accento dove te pare!”… La Roma antica è romantica e quindi ho trovato questo nome, che “co na fava” prende due piccioni: si scrive “La RomAntica”.

Come é nata questa idea di portare in giro per Roma, e in tutta Italia, uno spettacolo di tradizione romanesca?
Sono spinta dal senso di appartenenza, dalle radici. Credo che le eredità che ci hanno lasciato i nostri nonni e i nostri antenati vanno custodite e riscoperte. Magari alcune rielaborate, rivisitate affinché rimangano sempre attuali e mai vecchie. Parlo di tutto non solo di musica: di poesie, di teatro, di danza ecc., anche una semplice tradizione culinaria, dobbiamo tutelare ciò che abbiamo ereditato.
Non sai davvero chi sei, se non guardi nel tuo passato.

Sei sia cantante, che attrice teatrale… Hai interpretato parecchi musical… Ti senti più attrice o cantante?
Ho fatto parecchio teatro e musical, ho avuto la fortuna di calcare palchi molto belli, come il Sistina e il Teatro Parioli, ma sinceramente una delle mie più grandi soddisfazioni viene dalla realizzazione dei miei spettacoli teatrali musicali, portati in scena in diversi teatri off di Roma e d’Italia come “Gigi, si voi dormite” scritto a quattro mani con Federica Polenta (storico d’arte).
Se mi sento più attrice o cantante…? Posso dirti che nemmeno quando faccio un vocalizzo non penso a niente! Ahah.
Cantare è un’ espressione dell’anima: l’anima in quel momento sta dicendo qualcosa, quindi senza interpretazione un cantante sarebbe sterile…

A quale canzone, tua o della tradizione, sei più legata e perché?
Fino ad un anno fa avrei detto “Barcarolo Romano”, canzone della tradizione, di Romolo Balzani, ma oggi posso dire “Giochiamo” e “ARZATE”.
La prima scritta interamente da me, parla dei giochi che facevo da bambina, della mia infanzia, io sono un’ eterna malinconica, lo stesso videoclip l’ho girato sotto casa, con la gente del quartiere… Ogni volta che sento questa mia canzone ho l’impressione come se non l’avessi scritta io, come se fosse sempre esistita.
La seconda è “ARZATE” una canzone scritta per me dall’autore Marco Perrone, dove tocco la parte più intima di me stessa, le mie paure e le mie fragilità, una canzone con un testo di un’intensità fuori dal comune!

Hai un modello a cui ti ispiri? Alla grande Gabriella Ferri?
In realtà non ho modelli: fin da piccola sono sempre stata una bambina giullare, amavo stare al centro dell‘attenzione, mi piaceva fare gruppo e far ridere le persone, ricordo che mettevo tutti seduti ed io al centro a fare imitazioni, cantare, ballare e raccontare barzellette…
Gabriella Ferri è l’artista che più mi smuove dentro: non ho mai cercato di imitarla, perché nel farlo mi snaturerei, sicuramente spero di smuovere dentro tutte le persone che mi ascoltano, come lei fa con me. E’ la mia maestra di emozioni…
A lei ho dedicato, insieme ad altre due ragazze, Federica Polenta e Fabiola Farina, uno spettacolo chiamato “Come te posso amà”, ultimamente in scena, con sold out, al vecchio “Puff” a Trastevere.

Insegni canto, tra l’altro anche presso l’accademia “Whynot”, cosa ami di più del tuo lavoro?
L’ empatia che si crea tra me ed il mio allievo: il canto diventa lo strumento per toccare altre corde del nostro io, nonostante alla fine si impari a cantare… Il canto è una forma d’amore!

Recentemente sei stata uno dei giudici del muro di “All Together Now”, come anche Pamela Petrarolo, che abbiamo intervistato in questi giorni, come hai vissuto tale esperienza?
Ho avuto la fortuna di partecipare a tutte e due le edizioni di “All Together Now”: bhè è un’esperienza di vita stare in mezzo a 100 “egocentrici” come me! Ahah
La bellezza è che ho toccato con mano l’arte in tutte le sue forme: ognuno di noi, a suo modo, cerca di far conoscere il suo mondo meraviglioso e, sempre a suo modo, di conoscere i mondi degli altri…

Ti hanno dedicato uno splendido murales nel tuo quartiere natale… che effetto ti fa vederti dipinta su un muro, quando passi lì in macchina?

Un effetto strano vedermi dipinta gigante su di un muro, meno male che non mi hanno fatto le rughe!
Con il murales mi sento ancor di più parte del quartiere, del popolare, parte di quelle persone semplici che, nonostante le difficoltà e le ferite sotto pelle, possono realizzare i proprio sogni, senza scorciatoie.
Grazie ancora infinite ai PAT (Pittori Anonimi del Trullo)!

AL TRULLO IL MURALES DEDICATO A LAVINIA FIORANI . . .

Tornando alla situazione attuale, quanto pensi ne risentirà il settore della Musica e dello Spettacolo?
C’è poco da dire: giusto oggi ho letto le date con le probabili aperture delle attività, all’ultimo posto (31 dicembre), c’era il nostro settore…
Chi vive di questo, come me, dovrà reinventarsi in qualche modo: si salverà chi da questo periodo troverà un punto di forza da cui ripartire.

Cosa vuoi fare appena passerà questa situazione di emergenza?
Incidere il mio disco, che ho sospeso prima del Coronavirus, ma aggiungendo nuovi inediti, per ora tre e portare a teatro i nuovi spettacoli che sto scrivendo…

Grazie della tua disponibilità e dei tuoi bellissimi video su Facebook, che, tra uno stornello ed una canzone in romanesco, distraggono un po’ le persone dalle problematiche del momento che stiamo vivendo!
Grazie a voi e ai fan che mi seguono con affetto!


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